Quella emersa dalle urne del 25 maggio è una vittoria storica del Partito Democratico, la più grande vittoria dalla sua nascita (2007) che, in un momento così difficile per il Paese, lo legittima quale forza riformista maggioritaria e di governo, sia all’interno del territorio nazionale (per il successo alle elezioni amministrative) che all’esterno in Europa (per essere stato il partito progressista più votato nel continente). Un voto che risuona come un incoraggiamento non solo e soprattutto all’attuale leader, Matteo Renzi, ma a tutti coloro, come il sottoscritto, che del Pd ne sono sostenitori, militanti e rappresentanti in seno alle Istituzioni. Il vento conservatore che soffiava forte in Europa (come disse D’Alema qualche anno fa) è ormai sopito e al suo posto sta affermandosi sempre più un vento progressista che, partendo dal basso, vuole spazzare via ogni forma di sterile conservatorismo per creare un’Europa più giusta e più unita.
E’ vero che ogni città fa storia a sé, ma in questo nuovo clima politico e sociale che ci restituisce fiducia e speranza nel futuro, risulta tutt’altro che conveniente eleggere forze di governo locali non in linea con questo nuovo vento progressista.
In più, a novembre si voterà per le elezioni regionali e, quasi certamente, a vincere sarà il centro sinistra, sia per il clima politico appena detto, sia perché l’attuale classe dirigente politica del centro destra calabrese risulta fortemente indebolita da scandali giornalistici e giudiziari di eco anche nazionale, e dall’aver acriticamente assecondato pesanti tagli alla spesa pubblica e sociale con conseguente chiusura di ospedali, corse di treni e di autobus, di tribunali. Una classe politica e dirigente che, non avendo saputo difendere la Calabria e l’interesse dei calabresi durante i governi berlusconiani e leghisti (annoverabili come i governi più nordisti della storia repubblicana), ora cerca, attraverso il voto di Rende, di restare al potere.
Ma Rende, lo dice uno che la frequenta da circa venti anni e che a Rende si è laureato e lavora, non è una città qualunque. E’ una città simbolo del buon governo progressista meridionale; è la città che in soli 40 anni si è saputa dotare, grazie alla convergenza di capacità politiche progressiste locali e nazionali, di una delle università più grandi e più stimate non solo del sud ma dell’Italia intera; è una delle poche città calabresi che dispone di parchi fluviali puliti e frequentati, che ha saputo valorizzare il Suo centro storico, che ha saputo garantire uno sviluppo urbanistico con molto verde intorno e con parchi pubblici attrezzati e curati; dotata di più musei, di biblioteche, teatri e centri di cultura; di grandi e piccoli centri commerciali; di una zona industriale tra le più sviluppate della regione. Rende dunque non è una città normale; Rende è tra gli esempi di un Sud diverso, di un Sud nuovo, dove si è sperimentata con successo una modernizzazione di qualità.
Anche per questi motivi Rende, più che Cosenza, si ritrova oggi a essere il baricentro della Media Valle del Crati, ossia di quella porzione di territorio che, per la sua centralità e le sue potenzialità territoriali, è destinata a incrementare notevolmente lo sviluppo economico, culturale e sociale nei prossimi anni. Ed essendo Cosenza e Montalto ora governate da amministrazioni di centro destra, sarebbe un errore far sì che l’intera area urbana cosentina sia governata da giunte di centro-destra nel momento di massima espansione e affermazione del centro sinistra democratico e riformista nazionale e regionale. Ciò penalizzerebbe indubbiamente l’intera area urbana e non servirebbe né a Rende né a tutte quelle realtà territoriali che seguono Rende sulla via della modernizzazione.
Rende dunque non ha bisogno di cambiare, semmai di rilanciare! Rilanciare la Sua capacità di essere prua del buon governo progressista calabrese, tornando a pensare in grande, tornando a formulare politiche volte all’emancipazione culturale e a quella economica.
Per tutti questi motivi Verre deve vincere al ballottaggio e rilanciare con coraggio una Città che sta a cuore non solo ai rendesi ma a tutti i calabresi.
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