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Dopo aver avuto l’onore ed il piacere di accompagnare Franco Laratta, deputato del Partito Democratico, in giro per la Calabria a presentare il Suo più recente libro ‘Cronache di fine Impero’ , raccolta di scritti degli ultimi anni sulla situazione socio-politica italiana ed internazionale,  ho accettato con piacere di scrivere la postfazione per la seconda edizione del volume, che di seguito riporto integralmente:

copertina seconda edizione libro di Franco Laratta

 

 

Con l’abilità decostruttiva dell’ironia e la forza costruttiva della lungimiranza, Franco Laratta racconta la seconda repubblica italiana; in particolare il protagonismo dei due fenomeni politici che l’hanno maggiormente contraddistinta: il berlusconismo ed il leghismo nordista. I quali hanno costruito le loro imprese politiche collettive per rispondere a fomentate esigenze di sicurezza, di ordine, di efficienza contro la paura, il disordine e la farraginosità tipiche delle società in preda alla recessione economica, all’eccesso di corruzione ed ai mutamenti sociali, come quello provocato dalle ondate di immigrazione straniera degli ultimi decenni. La loro strategia è stata esasperare le tensioni sociali individuando minoranze della popolazione come cause, e quindi capri espiatori, del malessere generale ed evocando, attraverso propaganda per lo più populista e demagogica, soluzioni facili ed immediate a situazioni alquanto complesse e complicate. Come dimenticare le invettive contro i fannulloni della pubblica amministrazione, i comunisti nemici dello sviluppo, gli stranieri invasori, i burocrati di Roma ladrona e i meridionali parassiti, i docenti ideologizzati, i giornalisti irriverenti, i giudici pazzi, le istituzioni inutili ?! O le ronde civiche – ma politicizzate – per salvaguardare la tranquillità delle città, la caccia agli immigrati clandestini e l’obbligo dei medici di denunciarli, l’esaltazione del fantomatico popolo padano, ecc. Una avanzata politica inarrestabile che, al pari di quella fascista, si è cercato da subito di arginare con gli stessi scarsi risultati che si ottengono nel provare ad arginare il fuoco alimentato dal vento sull’erba secca. Una rivoluzione liberale che doveva formalmente cambiare tutto, salvando però gli equilibri di potere come nella migliore tradizione conservatrice e gattopardesca e che, se non fosse implosa nelle divisioni interne e negli scandali sessuali e giudiziari che si trascinano ancora oggi, avrebbe potuto avere ben altro epilogo, visto l’aumentare dei disagi di intere fasce sociali del Paese e gli impellenti rischi di bancarotta finanziaria dello Stato. Tuttavia pensare a questi fenomeni politici come concausa, e non anche come effetto, di una crisi sociale e politica ben più profonda e articolata di un Paese che ha un effettivo bisogno di adeguarsi ai tempi, sarebbe ingiusto e fuorviante. Gli articoli raccolti in questo libro narrano egregiamente i molteplici risvolti di questa delicata fase storica della nostra Repubblica e sono venati, al contempo, dalla preoccupazione di vederli dispiegarsi all’interno delle istituzioni legislative e dalla speranza, mista a nostalgia, del ritorno a prevalere di una politica responsabile che possa realmente ristabilire fiducia e amicizia con il popolo italiano; un popolo, prima illuso e ora deluso dalla politica demagogica, che guarda con diffidenza e disprezzo  a tutta la classe politica e dirigente, con lo stesso risentimento con cui si guardi ai traditori. Lo scollamento così generato tra i proclami e i risultati, tra la dolcezza dei sogni ed l’amarezza del risveglio nonché l’acuirsi del divario tra benestanti ed indigenti, tra nord e sud del Paese, tra autoctoni e ospiti del lavoro e l’aumento della precarietà e della disoccupazione, soprattutto giovanile ed intellettuale, ha contribuito ad aggravare la frattura tra chi partecipi al governo della cosa pubblica e chi, invece, vi assista con sospetto. Muovendo dalla consapevolezza di un così critico momento storico, dovuto anche al cambiamento dello scenario internazionale e alla maturazione di nuove esigenze sociali, e nella consapevolezza delle opportunità di progresso che ogni crisi inevitabilmente riveli, Franco Laratta esorta con questi Suoi scritti ad una rivoluzione democratica che, partendo dalla cenerentola Calabria, possa far sprigionare tutte le potenzialità, e sono tante, del nostro Paese all’interno del contesto mediterraneo, europeo e mondiale.  Avendo avuto l’onore di accompagnare Franco nel presentare questo Suo libro in giro per la Calabria, ho avuto conferma che questa rivoluzione democratica sia difficile, poiché necessiti dell’apporto congiunto di più forze, ma possibile, non solo per la straordinaria ed antica ricchezza culturale di noi italiani, quanto per la straordinaria opportunità di sviluppo rappresentata dalla valorizzazione del Mezzogiorno, diamante ancora grezzo della miniera Italia. 

Francesco Lo Giudice

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