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L’ho scritto e detto in più occasioni e sono contento di riscontrare sempre nuove conferme a questa mia convinzione: il sud Italia, quale grande macro-area dalle potenzialità ancora inespresse, rappresenta una straordinaria opportunità di rilancio della società e dell’economia del nostro Paese. Da qui può partire, deve partire, un nuovo miracolo economico (come quello che si avverò negli anni 50 / 60  e che portò l’Italia ad affermarsi come grande Paese avanzato nel mondo)!

Cito, a tal proposito, due significativi esempi: quello di Matera e quello di Favara. 

Matera ha uno dei centri storici più belli al mondo, costituito dai famosi ”Sassi”, ossia case-caverne scavate nella pietra e abitate sin dall’epoca paleolitica, circa 2 milioni di anni fa. Da allora gli esseri umani hanno sempre abitato i Sassi fino alla prima metà del 1900 quando, a causa del degrado igienico sanitario e sociale che insisteva tra gli abitanti (famiglie povere di contadini e artigiani 8 – 10 persone che vivevano in queste grotte con anche gli animali domestici: galline, asini, pecore, capre ecc.), furono fatti sfollare con una legge nazionale firmata dall’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. La preoccupante situazione di disagio igienico sanitario in cui viveva il ceto agricolo, operaio e artigiano di Matera aveva fatto dei Sassi una ”vergogna nazionale”, il simbolo del sud degradato, povero e disagiato.  Tanto che Carlo Levi, nel Suo famoso libro ”Cristo si è fermato a Eboli” lì definì una sorta di ”gironi dell’inferno” per come descritti da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Per quella povera gente furono costruite case popolari a qualche chilometro di distanza. De Gasperi fece benissimo a deliberarne lo sgombro coatto, ma i Sassi da allora restarono chiusi e abbandonati all’incuria del tempo (nonostante il loro prezioso valore storico e architettonico) per circa trent’anni fino a quando, una nuova legge nazionale – la n. 771 del 1986 – questa volta a firma dell’allora Presidente Bettino Craxi, ne autorizzò (cito testualmente) la ”salvaguardia, .. la conservazione, … il recupero architettonico, urbanistico, ambientale ed economico… per il preminente interesse nazionale…” che rappresentavano. Da quest’ultimo provvedimento legislativo nazionale, i Sassi di Matera hanno iniziato a vivere nuovamente e a progredire, sempre più valorizzati per la loro particolare conformazione urbanistica e architettonica (con un sistema unico al mondo di camminamenti,  canalizzazioni e cisterne dell’acqua piovana scavati nella pietra) tanto che, nel 1993 sono stati dichiarati ”Patrimonio mondiale dell’umanità’‘ dall’Unesco! Dal 1986 in poi i Sassi sono così stati dati in concessione dal Comune a privati (per 99 anni) e nuovamente abitati, questa volta da componenti del ceto medio – alto della Città e del Paese. Alcuni per farne abitazioni, altri per farne laboratori artigianali e artistici, attività commerciali, alberghiere o di ristorazione.  Tanto per capire l’importanza del progresso avvenuto, oggi la Città di Matera è visitata in media da mezzo milione (500.000) di turisti all’anno da tutto il mondo! E’ divenuta cioè uno dei centri di attrazione turistica più visitati in Europa, anche grazie a opere cinematografiche che ne hanno rivelato la nuova bellezza e l’importanza storica e sociale (come The Passion di Mel Gibson, Il vangelo secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini,  e altri). Non solo, proprio per la Sua storia e il lavoro di valorizzazione del Suo paesaggio culturale (così definito dall’Unesco), Matera è oggi candidata a divenire Capitale europea della cultura per il 2019! Ci sono stato di recente e ne sono rimasto affascinato e contento, oltretutto perchè in periodo natalizio ci organizzano un presepe vivente che fa sembrare Matera antica una vera Betlemme. 

Matera
I Sassi di Matera, BasilicataMatera_2
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Presepe vivente nei Sassi di Matera
Presepe vivente nei Sassi
Presepe vivente nei Sassi

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Proprio oggi apprendo con piacere da internet di un ulteriore esempio di sud Italia che rinasce e ambisce a divenire riferimento culturale ed economico, non solo nazionale ma internazionale: quello di Favara, città in provincia di Agrigento. 

Favara, come dice la giornalista Francesca Cavallo che ha rivelato la notizia, è uno di quei paesi del Sud Italia in cui si dice spesso ”Qua non c’è niente” e da cui facilmente si scappa. Il Suo centro storico era sempre più abbandonato e in preda al degrado (come molti centri storici del Sud Italia purtroppo nonostante siano di incantevole bellezza e di pregio storico e culturale). Senonché una coppia di professionisti, Andrea Bartoli (notaio) e Florinda Saieva (avvocato), piuttosto che andarsene anche loro hanno deciso di (cito testualmente dall’articolo) ”…mettersi a comprare i ruderi del centro storico di Favara, e di metterli a posto, di trasformarli in una galleria d’arte contemporanea, una residenza per artisti di tutto il mondo, un museo d’arte contemporanea per bambini, un giardino dove ospitare eventi e feste, mercatino di oggetti rigenerati chiamato Second life, un centro d’innovazione internazionale…”.
Hanno cioè trasformato il diroccato centro storico di Favara nel ”Farm Cultural Park”, dando realizzazione a un progetto culturale di grande respiro. E così un altro luogo destinato a perire è divenuto un importante centro culturale e artistico, economico e commerciale, per la precisione una delle sei mete al mondo per il turismo legato all’arte contemporanea!
Un buon esempio di vittoria sulla forza di gravità sociale ed economica che tira il sud da molti anni verso il baratro della recessione e della criminalità. Un buon esempio di sana imprenditoria, di successo istituzionale e sociale, che si aggiunge ai tanti altri (come anche Riace) che stanno trasformando quel sud del nostro Paese che tanto amiamo e tanto ci fa soffrire.

Centro storico di Favara (Agrigento) Sicilia
Centro storico di Favara (Agrigento) Sicilia

 

Farm Cultural Park - Favara (Ag)
Farm Cultural Park – Favara (Ag)
Farm Cultural Park - Favara (Agrigento)
Farm Cultural Park – Favara (Agrigento)

 

 

 

 

 

 

 

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