Il 18 agosto di quest’anno sono andato a Santa Severina, in provincia di Crotone, per ricevere il Gran Premio Manente 2015, premio attribuitomi per le attività di promozione culturale in Calabria. La serata prevedeva esibizioni musicali e interventi vari. Arrivo però in anticipo e trovo la bellissima piazza principale della città quasi deserta. Mi avvicino agli organizzatori per salutarli e ringraziarli, e loro mi informano della presenza nella piazza dell’Arcivescovo di Crotone, Sua Ecc. Mons. Graziano, seduto con altre persone in un angolo della piazza, poco distante da noi. Decido di andarlo a salutare, pur non conoscendolo personalmente. «Chiedo scusa per il disturbo, – esordisco non appena giunto vicino al Vescovo – sono Francesco Lo Giudice di Bisignano, volevo giusto salutarLa». Lui ricambia il saluto e, con non poca sorpresa, mi informa che con gli amici stavano appunto parlando di Bisignano. Incuriosito, Gli chiedo di conoscerne il motivo. Mi invita a sedere tra loro e mi risponde «Vedi questo signore al mio fianco? E’ il fratello di una signora che è stata miracolata da Sant’Umile» e rivolgendosi al signore in questione lo invita a raccontarmi la storia. Abbastanza sorpreso dalla notizia, mi siedo tra loro, e dopo essermi presentato con tutti, mi metto ad ascoltare con attenzione. Il signor Facente mi spiega che la sorella, quando era bambina, era in fin di vita ed è guarita inspiegabilmente dopo un’intercessione di Sant’Umile e che ora, felicemente sposata, vive a Roma, con la famiglia. Ma aggiunge subito dopo che la sorella sarebbe arrivata a momenti a vedere la manifestazione, perché in vacanza a Santa Severina, suo paese di origine. La cosa mi emoziona. Non mi aspettavo niente di tutto questo. Ero venuto a ritirare un premio. Mi intrattengo con monsignore Graziano, con il signore Facente e con le altre persone, a parlare della stranezza delle coincidenze e di altro in generale. Nel frattempo arriva la signora con il marito. Li saluto con gioia e curiosità e, dopo esserci presentati, incominciamo a parlare. Lei, Maria Chiara Facente, decide con fiducia di raccontarmi la sua storia:
Santa Severina, correva l’anno 1957, era l’ultima settimana del mese di agosto (strana coincidenza anche questa). Lei aveva 10 anni e si era gravemente ammalata. Perdeva sangue dalla bocca e dal naso. I familiari decisero di portarla all’allora ospedale di Crotone. I medici (De Vennere e De Miglio – ma i nomi potrebbero non essere precisi), dissero alla madre che purtroppo per la bimba, gravemente ammalata, non c’era più niente da fare e che era meglio riportarla a casa, prima che decedesse. Così la riportarono a casa in preda alla disperazione. Uno dei giorni successivi, arrivò a casa loro un frate del Convento di Mesoraca, Frà Luca (deceduto poi nel 1971), che girava per la questua. Vedendo disperati i familiari della bimba chiese loro cosa fosse successo e loro gli raccontarono l’accaduto. Lui chiese di poterla vedere e venne accompagnato al letto dove la bimba giaceva esausta. Chiese di restare da solo con Lei per pregare per la sua guarigione. I familiari si allontanarono e quando, dopo diversi minuti, Fra Luca uscì dalla stanza, la bimba si svegliò dallo stato comatoso in cui era e disse di avere sete. I familiari, in preda allo sconcerto, la vanno a baciare e abbracciare e nel risistemarle il letto notano che sotto il cuscino il frate aveva lasciato un’immaginetta dell’allora Beato Umile da Bisignano. La bimba da quel giorno migliorò sensibilmente e i medici che la visitarono nuovamente rimasero stupiti dal vedere la stessa in via di guarigione, avendone dichiarato la morte imminente solo qualche giorno prima. La madre, sicura dell’intercessione del Beato Umile, la fece vestire con il saio francescano un intero anno e qualche volta la mandò a chiedere la questua per il Convento di Mesoraca, dove Sant’Umile ha soggiornato quando era in vita. Quella bambina di allora oggi è una felice madre di famiglia, ha sessanta nove anni, e mi stava raccontando la sua storia in quella piazza di Santa Severina, che nel frattempo si era velocemente riempita di persone ed era pronta per dare inizio alla manifestazione.
Abbiamo bevuto qualcosa insieme, anche a mia madre e a un mio cugino, venuti a farmi compagnia. La storia mi aveva molto affascinato e Le ho chiesto se fosse mai venuta a Bisignano al Santuario di Sant’Umile. Mi ha detto che ci è venuta il giorno dei festeggiamenti della canonizzazione, nel 2002, e che è stata l’unica volta. Le ho chiesto se ci fosse traccia documentata di questa storia e se potevo farla conoscere. Mi ha detto di si, e mi ha parlato di un articolo di giornale che dovrebbe essere conservato nel Convento di Mesoraca. Mi ha detto che le avrebbe fatto piacere far sapere la sua storia e mi ha promesso che, se avessimo voluto, avrebbe volentieri fatto ritorno a Bisignano magari a novembre, in occasione delle celebrazioni della morte del nostro Santo. La serata del Gran Premio Manente era ormai iniziata, e ad un tratto mi sono sentito chiamare dal microfono del palco. Sono andato a ritirare il premio, ho fatto il mio intervento, e sono tornato al tavolo con Maria, il Vescovo, mia madre e gli altri. E dopo essere stati un altro po’ insieme, ci siamo scambiati i recapiti e ci siamo salutati affettuosamente, con la promessa di risentirci presto.
Ritornato a Bisignano sono andato al Santuario e ho informato Padre Antonio di questa storia. Insieme abbiamo deciso di cercare il documento che attestasse l’avvenuto miracolo, e abbiamo interpellato padre Giuseppe, il Superiore del Convento di Mesoraca, che si è informato di questa storia e ha avuto conferme verbali. Ha fatto anche una ricerca del documento negli archivi del Convento, senza però avere ancora esiti positivi. Nel frattempo mi sono tenuto in contatto con Maria, che ha contattato una sua anziana zia, testimone del fatto. Maria mi ha confermato la disponibilità a venire a Bisignano nella settimana di celebrazioni a novembre e con Padre Antonio abbiamo deciso di divulgare la notizia di questa bellissima storia legata a Sant’Umile da Bisignano.
Bisignano, 09 novembre 2015
Francesco Lo Giudice