Il 09 febbraio ho partecipato alla giornata politica organizzata a Gioia Tauro a sostegno della candidatura dell’on. Ernesto Magorno a Segretario regionale del Partito Democratico. Una giornata molto bella perché organizzata in 27 tavoli tematici: dal lavoro, alla sanità, ai trasporti, ai rifiuti, all’ambiente, alla scuola, agli enti locali, alle imprese, alla legalità, ecc. Io ho partecipato al tavolo su ‘’Innovazione e nuove tecnologie’’ presieduto dall’amico Antonio Tursi, giovane ricercatore universitario esperto di questi temi ed esponente del Pd, autore di diversi libri in materia tra cui uno curato con Pippo Civati dal titolo ‘’Partito digitale. Il Pd che viene dal futuro’’.
Al tavolo eravamo circa una dozzina di persone, tra cui un docente e quattro ricercatori universitari, esponenti del Partito, del mondo della comunicazione, amministratori e altre professionalità attinenti alla tematica, presentata dallo stesso Tursi in questo modo:
Un tavolo sulle innovazioni e le nuove tecnologie
Il Pd in Calabria si accinge a celebrare il suo congresso regionale dopo quasi quattro anni di commissariamento. Un commissariamento che soprattutto nell’ultima fase ha comportato la chiusura autoreferenziale del partito, la mera spartizione di candidature tra gruppi dirigenti impermeabili a tutto ciò che si muove nel corpo della società calabrese. I risultati si sono purtroppo visti nelle varie competizioni elettorali.
Sulla scorta delle piattaforme del recente congresso che ha visto prevalere Matteo Renzi, il Pd prova a ripartire anche in Calabria con un confronto tra mozioni e non con l’ennesimo accordo tra dirigenti che rappresentano solo se stessi. E, sulla scorta dell’esempio offerto dal segretario nazionale, Ernesto Magorno ha messo in cantiere un evento simile a quello organizzato nell’ottobre scorso alla stazione Leopolda di Firenze, un evento che possa servire a raccogliere idee per il Pd e per la Calabria del futuro.
Su questa base di necessario ascolto di idee e pratiche, si è deciso di aprire il Pd calabrese verso quelle frontiere dell’innovazione e delle nuove tecnologie di comunicazione che anche la precedente dirigenza nazionale non ha saputo esplorare determinando un distanza rispetto a linguaggi e istanze non incasellabili nelle categorie politiche del secolo scorso. Si è deciso di aprire un tavolo di ascolto e di confronto per raccogliere idee e confrontare pratiche intorno alle tecnologie viste come possibilità di abitare meglio insieme, di migliorare il nostro vivere in comune.
Un vero e proprio call of ideas intorno a due grandi tematiche: (a) lo scenario di penetrazione della rete internet e di diffusione degli smartphone, che ci fa essere connessi in tempo reale e costantemente gli uni con gli altri, rivitalizzando un senso di comunità sia nel partito (perseguendo una sorta di #pdcommunity) che nei territori (nei nostri comuni, nella nostra regione). Le nuove tecnologie viste come possibilità di mettere in moto dinamiche sociali, di confronto e di partecipazione politica; (b) la necessità di riversare questo habitus tecnologico in pratiche specifiche che agevolino la nostra vita quotidiana e permettano uno sviluppo della nostra regione. In questo senso le tecnologie di comunicazione potrebbero consentire di ripensare l’intera macchina amministrativa (l’e-government e l’attenzione agli open data) e di ridisegnare la nostra regione come una information society capace di recuperare tramite le nuove tecnologie quei ritardi accumulati nelle infrastrutture tradizionali. Persino la sanità, vero buco nero del bilancio regionale, potrebbe essere ripensata grazie a un uso intensivo di tecnologie (l’e-health). Per non dire delle nostre città che devono urgentemente rivedere le poste di bilancio per diventare smart cities puntando sull’intelligenza tecnologica per distribuire energia o smaltire rifiuti o smistare il traffico.
Un call of ideas and practices su questi temi potrebbe aiutare il Pd ad ascoltare la parte viva e dinamica della società calabrese. Un ascolto che le strutture periferiche del partito (circoli e amministratori) possono favorire. Un ascolto che infatti non può e non deve essere di parte ma deve impegnare l’intero partito al di là delle sue mozioni congressuali. L’appuntamento di Gioia Tauro dovrebbe essere un’occasione per tutto il Pd calabrese di rimettersi in moto. Perché quando si trasferisce la sfida sulle idee e non ci si occupa semplicemente di candidature si permette ai tanti dirigenti tenuti ai margini dei centri decisori di emergere e migliorare il partito nel suo insieme. Naturalmente la sfida sulle idee è una sfida difficile e nulla garantisce che il prossimo gruppo dirigente sia capace di vincerla. Ma non affrontarla ancora una volta sarebbe esiziale non solo per il Pd ma per la nostra regione. Info su: www.ernestomagorno.com
Io sono intervenuto nella seconda sessione, quella dedicata appunto al rapporto delle nuove tecnologie con la pubblica amministrazione e il governo delle città. Di seguito il mio intervento:
<<Io sono Francesco Lo Giudice, capogruppo consiliare di opposizione a Bisignano e dottore di ricerca in sociologia politica. Sono stato invitato a partecipare a questo specifico tavolo dall’amico Tursi e sono davvero contento di aver ascoltato i Vostri interessanti interventi, con cui mi trovo assolutamente d’accordo. Il mio non è un contributo di uno specialista della materia ma di uno che da un po’ di tempo a questa parte è sempre più interessato al progetto di Smart City, e proprio sul concetto di Smart City vorrei dare il mio contributo per così dire socio-politologico. Parto intanto dalla Sua definizione. Per Smart City, o ‘’città intelligente’’ si intende una città che riesce a conciliare e soddisfare le esigenze dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni, grazie anche all’impiego diffuso e innovativo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La filosofia delle città intelligenti si può riassumere in alcuni punti:
1) Rispondere a un’esigenza di CITTA’DEL FUTURO e di SVILUPPO SOSTENIBILE (nella triplice definizione che ne ha dato il compianto ministro Padoa Schioppa dalle colonne del Corriere della Sera, ossia uno sviluppo che sia sostenibile economicamente, socialmente e da un punto di vista ambientale).
2) rispondere all’esigenza di incrementare l’utilizzo della tecnologia digitale nella sfera pubblica, perché nella sfera privata le nuove tecnologie sono già preponderanti.
3) rendere più efficiente la gestione delle Città.
4) permettere ai Cittadini di diventare MECCANICI DELLA CITTA’, permettendo loro una maggiore e più proficua collaborazione con il governo della città stessa.
5) fronteggiare meglio le emergenze sostituendo la ‘cultura della programmazione’ alla ‘cultura dell’emergenza’, in cui è intrappolata l’Italia e il sud Italia in particolare. Da noi infatti, soprattutto negli ultimi anni, non ci è stata una vera e propria pianificazione dell’intervento dello Stato e degli enti locali, ma si è risposto alle problematiche che sopraggiungevano con interventi straordinari o commissariando interi settori pubblici, come la sanità, i rifiuti, ecc.
6) Le Smart Cities costituiscono un progetto ambizioso e molto innovativo lanciato dall’Unione Europea per poter vincere le sfide della competitività globali.
7) connettere persone e territori e quindi risolvere l’isolamento (che è un problema soprattutto per noi del Sud).
Essendo questa la filosofia che sottostà alla loro ideazione, è facile individuarne in pochi punti anche lo scopo:
1) Appunto dare un APPROCCIO SISTEMICO ai problemi della città e dei cittadini, una sorta di REGIA delle Città europee, la maggior parte delle quali sono vecchie.
2) Migliorare l’EFFICIENZA ENERGETICA delle nostre Città, che invece si distinguono per enormi sprechi soprattutto in questo campo, ottimizzando quindi i consumi e l’uso dei servizi con risparmio delle risorse.
3) INNOVARE le città per renderle più funzionanti e sicure.
4) RIDURRE le EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA e CARBONIO nell’atmosfera (obiettivo low carbon del progetto Europa 2020) di cui invece sono piene le nostre città.
5) RIDURRE le EMISSIONI INQUINANTI in generale. (la città smart dev’essere soprattutto una CITTA’ PULITA, una città Più ORDINATA E Più BELLA!
6) RIQUALIFICARE l’EDILIZIA, che conta il 40 % dei consumi energetici di una città.
In definitiva Migliorare la qualità della vita delle persone che vivono nelle città! Cosa non di poco conto se si pensa che, da qualche anno a questa parte, nella prima volta nella storia dell’uomo, il numero degli abitanti delle realtà urbane ha superato quello delle realtà rurali.
In questo senso molti esperti preferiscono definirla SENSEABLE CITY (città sensibile) ovvero più attenta ai bisogni dei cittadini.
I campi di applicazione che riguardano le smart cities sono diversi e non mi ci dilungo:
– Energia
– Traffico
– trasporti
– Raccolta dei rifiuti
– Gestione dell’acqua
Ma soprattutto, ed è questo probabilmente il vero contribuito che do alla discussione di oggi, l’applicazione di queste nuove tecnologie nelle nostre Città permette una PARTECIPAZIONE sempre maggiore dei cittadini alla sfera politica della città, inquadrabile in quel processo più grande (esplicitato bene da Umberto Veronesi) che è la TRANSIZIONE della democrazia rappresentativa verso una democrazia diretta, sempre più partecipativa, che quindi è tale applicazione è destinata ad aumentare e migliorare il ruolo svolto dai cittadini nel governo della cosa pubblica. Per avere un’idea delle potenzialità espresse in ambito socio-politico dalle nuove tecnologie pensiamo alla dilagante diffusione e pervasività nelle nostre vite dei social networks e ai fenomeni politici che sono stati favoriti dalle nuove tecnologie (dalle primavere arabe, al movimento OccupY wall street, alle campagne elettorali di Barack Obama, a quella di Matteo Renzi). Da questo punto di vista è interessante appunto ricordare quanto INTERNET sia stata una invenzione epocale (una sorta di ”scoperta del fuoco” dell’epoca contemporanea) e che l’internettizzazione costituisca in realtà un grande processo di DEMOCRATIZZAZIONE del mondo. Una vera rivoluzione che sta già cambiando in particolare l’Europa e che soprattutto in Europa farà affermare quella ‘’terza rivoluzione industriale’’ di cui ci parla Jeremy Reifkin.
E’ chiaro che, come partito democratico, dobbiamo favorire in tutti i modi l’evoluzione delle nostre città in città intelligenti e sensibili perché, come detto, ciò apporterà notevoli progressi sociali ed economici. Soprattutto al Sud dove, secondo un mio personale punto di vista, l’applicazione di queste nuove tecnologie permetterà di colmare quella storica carenza di infrastrutture tradizionali che conosciamo e che ci ha penalizzato.
Sono progetti difficili da realizzare, ma non impossibili. In alcune città, anche italiane come Torino, ci sono già esempi importanti. Il tutto sta nella capacità e nella volontà delle future classi dirigenti e in questo senso dobbiamo lavorare e impegnarci. Grazie!>>.
Dopo l’interessante confronto al tavolo, la giornata è continuata in modo ancora più interessante. Nel pomeriggio infatti, tutti i responsabili del tavoli tematici hanno, in pochi minuti, relazionato all’assemblea dei partecipanti i contenuti delle problematiche e delle proposte di soluzione emerse sugli argomenti trattati. Ascoltarli è stato piacevole e costruttivo. Alla fine un intenso, appassionato discorso di Ernesto Magorno ci ha confermato l’esigenza di cambiare verso al Partito Democratico e alla Calabria.