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Saluto tutti i presenti, i rappresentanti della società Polisportiva La Rotese, i colleghi relatori (il presidente provinciale del Coni Funaro, il Consigliere regionale Guccione, l’Assessore provinciale Giudiceandrea, il Consigliere provinciale D’Elia, il Sindaco Albano, il Presidente della BCC Mediocrati Paldino, il Presidente della Società sportiva La Rotese nonchè Vicepresidente della BCC Mancuso, l’Assessore di Rota Greca De Monte, il responsabile relazioni esterne BCC Bria) verso i quali mi sento onorato di sedere a fianco, gli amici che vedo nel pubblico, (Elio Pellegrino e Maria Cristina Guido), tutti Voi e Vi ringrazio per essere qui ad ascoltarci. Saluto e ringrazio quindi l’Amministrazione comunale di Rota Greca, il Sindaco e in particolare l’amico assessore Giuseppe De Monte che mi ha voluto a questo convegno. 

Conosco Rota Greca perché qui ho svolto, proprio presso la Banca di Credito Cooperativo (che è rappresentata qui dal Suo Presidente e dal Suo ex Vicepresidente), uno stage di circa un mese e mezzo; e poi sono venuto a Rota Greca diverse volte per altri convegni, e ogni volta ci torno con piacere.

Il tema di questo nostro incontro è DISOCCUPAZIONE GIOVANILE & SOCIETA’ SPORTIVE.

Inizio con il dire che a mio avviso che nella società italiana si è aperta una ‘QUESTIONE GENERAZIONALE’: quella di noi giovani di oggi è infatti, dalla fondazione della Repubblica a oggi, la prima generazione di figli che ha prospettive meno rosee dei genitori.
Con un tasso disoccupazione giovanile che – come si ricordava giustamente prima – sfiora quota 42% !!! a fronte di un tasso di disoccupazione generale intorno all’11,5%
Dopo la Grecia, in Italia abbiamo il triste primato europeo della disoccupazione giovanile.

Da noi c’è poca richiesta di lavoratori qualificati che genera il cosiddetto fenomeno della ‘disoccupazione intellettuale’, e quindi della ‘fuga dei cervelli’ che loro volta generano una ‘scarsa innovazione’ nella produzione.

La disoccupazione giovanile ha delle ripercussioni importanti sul sistema sociale ed economico di un Paese, infatti:
a) Aumenta le disuguaglianze
b) 1 anno di assenza dal lavoro può avere effetti anche dopo 20 anni di carriera: può ridurre lo stipendio fino al 20%
c) Può rendere fino a 2,7% più probabile tornare disoccupato.
d) Riduce la pensione futura del 5%
e) Riduce la propensione ad avere figli del 30% !

L’Italia è infatti tra i paesi con la più alta percentuale di anziani (rispetto a giovani) nel mondo, processo conosciuto come ‘invecchiamento della popolazione’.

Il ‘welfare italiano’ è costruito soprattutto intorno all’assistenza delle persone adulte e anziane e poco nell’ausilio dei giovani (non c’è un reddito di cittadinanza per gli studenti che non trovano subito lavoro, poche misure per agevolare l’acquisto di casa, l’avvio di imprese, la nascita dei figli) – In Finlandia ad ogni nato viene corrisposto un pacco per il neonato con vestiti e lettino pari a 140 euro.

Quindi
– Scarsa innovazione,
– invecchiamento della popolazione
– aumento delle disuguaglianze

sono le principali cause del declino italiano
E’ una tendenza che bisogno invertire!

A fronte di questi fenomeni così preoccupanti vi è una COSCIENZA POLITICA DEI GIOVANI sopita!
A mio avviso invece, una sempre maggiore consapevolezza delle citate questioni e delle possibili soluzioni dovrebbe subentrare con forza tra noi giovani d’oggi.
Una ‘COSCIENZA DI GENERAZIONE’ dovrebbe prendere il posto della vecchia coscienza di classe, perché la nostra generazione sta pagando molto alto il prezzo della crisi, avendo nella precarietà la condizione comune di disagio.
Per far questo vi è la necessità di superare quel
Senso di inadeguatezza che noi giovani proviamo nei confronti della vita pubblica
Anche perché come diceva egregiamente Berlinguer in una frase che mi ha fatto riflettere molto: ‘’i giovani sono coloro che più si dovrebbero occupare di politica perché la politica riguarda soprattutto il loro futuro’’.

Ad esempio noi giovani dovremmo sapere che nelle 14 mila parole circa contenute nella costituzione italianala parola LAVORO è citata ben n. 20 volte

(1 volta nell’art. 1 – 1 volta nell’art. 4 – 3 volte nell’art. 35 – 1 volta nell’art. 36 – 5 volte nell’art. 37 – 1 volta nell’art. 38 e 1 nell’art. 39 – 1 volta nell’art. 46 – 1 volta art. 51 e 1 nell’art. 52 – 1 volta nell’art. 99 – 2 volta nell’art. 117 – 1 nell’art. 120 –

La parola disoccupazione 1 volta
5 volte la parola ‘professionale’
5 volte la parola ‘lavoratori’
3 volte la parola lavoratore

E la nostra Repubblica è fondata, come sapete, sul lavoro!

Ma nonostante questo, noi abbiamo tassi di disoccupazione tra i più alti.
A tal proposito un grande intellettuale e giurista calabrese Costantino MORTATI
Diceva che quando c’è distanza tra ciò che dicono le leggi e ciò che effettivamente si fa, o si cambiano le leggi o ci si impegna tutti affinché diventino effettive!

Andiamo invece alle ASSOCIAZIONI SPORTIVE e all’importanza dell’associazionismo in generale.

Sempre la Costituzione italiana all’art. 2 disciplina che ‘’La Repubblica garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo che nelle FORMAZIONI SOCIALI ove si svolge la Sua personalità.’’.

Capite ? Le formazioni sociali ove si svolge la Sua personalità! E tra queste, oltre alla famiglia, ai gruppi di lavoro, vi sono appunto le ASSOCIAZIONI.

Nel libro ‘’cambiare il sud per cambiare l’Italia’’, che pubblicherò a breve ho inserito un articolo dal titolo LA FORZA DELLE ASSOCIAZIONI & IL RUOLO DEGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI

Che mi permetterete leggerVi brevemente:
Questa dalla quale stiamo a fatica uscendo è stata un’autentica crisi, al contempo economica e sociale. Economica per il deragliamento del nostro sistema finanziario ed economico-produttivo; sociale, per l’eccessivo individualismo dovuto allo sfilacciarsi dei rapporti umani e all’indebolimento delle principali agenzie socio-educative come la famiglia, la scuola, il partito, la parrocchia, l’associazione, ecc. Le amministrazioni locali hanno il dovere di stimolare e guidare questo processo di ripresa delle proprie comunità, favorendo in tutti i modi la creazione di posti di lavoro e investendo nelle associazioni. Si, nelle associazioni, di qualunque natura esse siano: sportive, ricreative, culturali, politiche, religiose, ecc. Anche soltanto logisticamente, se non sono possibili investimenti economici. Perché le associazioni, nel curare il loro specifico interesse, fanno molto di più: aggregano le persone, le stimolano a migliorarsi e ad esprimere la loro personalità (come ci ricorda l’art. 2 della nostra Costituzione) alimentano la fiducia sociale, muovono l’economia e agiscono spesso colmando lacune istituzionali ed incapacità politiche. Ruolo che diventa ancora più prezioso da noi al sud, dove per tanti anni hanno prevalso familismo amorale e modelli criminali ed illegali di associazionismo. Non è un caso che Alexis de Tocqueville, nello studiare la società degli Stati Uniti d’America, abbia rinvenuto proprio nelle associazioni la forza di quest’ultima. Tanto da esprimersi così: “… Se dietro un’iniziativa importante c’è in Francia lo Stato e in Inghilterra un signore, in America si trova un’associazione. …” . Non da meno lo scrittore Italo Calvino, sempre a proposito delle associazioni ne “Il barone rampante” si esprime così: “…Le associazioni rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone e danno la gioia che raramente s’ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c’é onesta e brava e capace per cui vale la pena di volere cose buone (mentre vivendo per proprio conto capita più spesso il contrario, di vedere l’altra faccia della gente, quella per cui bisogna tener sempre la mano alla guardia della spada…)”.
L’auspicio è dunque che si torni a dare alle associazioni l’importanza ed il valore che meritano e che non abbiano più a ripetersi, nei confronti delle associazioni, comportamenti politico-amministrativi ostili, basati su ragionamenti personalistici, come spesso purtroppo succede nelle nostre Città.

Sorvolo, per mancanza di tempo, su altre questioni che volevo affrontare e vado a quella che secondo me è l’importanza dello SPORT, soprattutto per la sua FUNZIONE PEDAGOGICA

1) Lo sport si fonda sulla competizione (con se stessi e con gli altri) e cos’è la competizione se non altro che un confronto determinato dal rispetto condiviso di regole ? Senza il riconoscimento e l’osservanza di REGOLE COMUNI, infatti, non vi è competizione ma conflitto! Dunque lo sport EDUCA alla disciplina di sé e del proprio agire, del proprio io interiore, al rispetto delle regole e dell’avversario. E senza regole condivise il mondo non può essere civile, non vi può essere progresso, né benessere. Senza regole condivise crolla tutto l’impianto delle società moderne.

2) Lo sport EDUCA al sacrificio e alla realizzazione e al miglioramento di sè: ossia al fatto che i risultati più importanti nella vita si ottengono con il duro lavoro, con la tendenza all’abnegazione, alla tenacia, attraverso un continuo e costante esercizio, con un progressivo e duro allenamento, con la elaborazione e la continua rielaborazione di strategie e tattiche. Lo sport è, dunque, palestra di progresso mentale personale e sociale, palestra di progresso fisico e ginnico. Anche perché induce continuamente a reagire ai propri fallimenti, dunque tempra lo spirito e l’animo e li irrobustisce.

3) Lo SPORT EDUCA alla coscienza alimentare e salutistica. Ha ragione il collega relatore che mi ha preceduto (il presidente provinciale del Coni) dicendo che se non fosse per lo sport, (essendo venuto meno l’obbligo del militare) i giovani non sono più sottoposti a visite di controllo della salute. Lo sport invece induce il soggetto a tenere sotto controllo costantemente la propria salute e a regimentare continuamente la propria alimentazione.

4) Lo sport EDUCA alla SOLIDARIETA’ e alla SOCIALIZZAZIONE. Basti pensare che la famosa espressione ‘’gioco di squadra’’ è mutuata dallo sport! A tal proposito Io ho abitato diversi anni (durante gli studi universitari) con SPORTIVI e ho fatto esperienza della loro propensione all’amicizia e alla condivisione.

Ne consegue (e concludo) che il ruolo delle società sportive per lo sviluppo dei giovani e per la crescita della nostra società è fondamentale, prezioso, ineludibile! E chi ha la responsabilità di dirigere la nostra società ha il dovere, per tutti i motivi detti, di investire nello sport!
Vi ringrazio!

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