Invitato dall’amico on. Mario Franchino, consigliere regionale Pd, ho partecipato, insieme all’amico Eugenio De Gattis, consigliere comunale di Lattarico, ad un convegno sul rapporto tra Unione Europea e Comuni Italiani, con particolare attenzione ai fondi 2014 / 2020, con ospite d’onore l’europarlamentare Pd prof. Pino Arlacchi, eminente politico e studioso, già Vice Segretario delle Nazioni unite.
Arrivati con un pò di anticipo, ci siamo concessi una visita nel meraviglioso borgo antico di Oriolo, che non conoscevo, ed una visita nel bellissimo Castello che lo sovrasta maestoso. Non ho potuto fare a meno di stupirmi della bellezza di questo piccolo paese calabrese, a pochi chilometri dalla costa dell’alto Jonio cosentino.
Al convegno, in un agriturismo in collina appena fuori il centro di Oriolo, hanno partecipato oltre un centinaio di persone interessate, tra cui tantissimi sindaci ed amministratori locali, della Provincia e dei Comuni della Calabria settentrionale: Oriolo, Alessandria del Carretto, Roseto Capo Spulico, Castrovillari, Amendolara, Monte Giordano, Trebisacce, San Marco Argentano, Sant’Agata d’Esaro, ecc.
Dopo aver ascoltato l’introduzione dell’on. Franchino e l’intervento di diversi partecipanti, data l’occasione di un confronto così interessante e la presenza di così tante persone appassionate, sono intervenuto anch’io. Dopo i saluti ed i ringraziamenti ho detto:
<<Ci troviamo in un momento di particolare crisi perché alla già nota e non ancora risolta questione meridionale italiana si sta sovrapponendo una nuova questione: quella meridionale europea. Io sono un europeista convinto ma non posso non constatare che i Paesi del Sud Europa (Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, ecc) stiamo pagando un prezzo molto alto per l’unione monetaria che invece sta vedendo ricavare vantaggio i Paesi del Nord Europa (Germania, Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda, ecc). Lo squilibrio non si risanerà (come non avvenne del resto tra nord e sud italia dall’unità in poi) a meno che non si avvii una azione politica forte da qui dal Sud Italia, una rivoluzione democratica, che muova su due gambe: 1) il reperimento di tutte le risorse disponibili, a cominciare da quelle umane ed a proseguire a quelle finanziarie europee e 2) la valorizzazione di tutte le nostre risorse: a cominciare da quelle naturali, a proseguire a quelle storico artistiche e culturali. E questa rivoluzione della nostra democrazia deve partire da qui, da Oriolo, e dalle altre nostre Città, le quali, benchè con ruoli limitati, possono affermarsi come veri registi dello sviluppo locale. Lo possiamo fare, lo dobbiamo fare! I tempi sono maturi! Grazie.>>
Ho avuto piacere di constatare che lo stesso Arlacchi, persona che stimo molto, nel Suo intervento conclusivo ha ripreso il mio concetto riconoscendo uno squilibrio oggettivo tra i Paesi europei che sembra consolidarsi nel tempo.
Il Suo intervento, che tutti abbiamo ascoltato con interesse, è stato molto significativo. Ci ha detto:
<<Il Sud purtroppo è la parte svantaggiata un pò ovunque. Ma non esistono sfide umane che non possano essere vinte dagli stessi esseri umani. La lotta alla povertà mondiale ad esempio, a cui io stesso ho partecipato da commissario Onu, ha fatto registrare importanti progressi. nel 2008 è stata dimezzata del 50%! La mafia, che sembrava un mostro indistruttibile, sebbene continui ad esistere e ad avere un certo potere, ha smesso di essere il problema numero uno per lo Stato come lo era negli anni ’70 e ’80. Per quanto riguarda l’Europa, i finanziamenti ci sono e sono tanti, ma essi sono accessibili e fruibili solo con una seria e articolata progettazione politica ed amministrativa! Ogni ente dovrebbe dotarsi di un ufficio Europa con tanto di professionisti incaricati di intercettare e prenotare le risorse a disposizione! Un altro problema circa la redistribuzione dei fondi europei si sono rivelate le Regioni, perché Polonia e Repubblica Ceca utilizzano rispettivamente il 100% e 110% dei fondi europei ma non hanno le Regioni! Se non si agirà su questi due livelli il divario tra Paesi forti e Paesi deboli dell’Unione Europea continuerà e potrebbe addirittura aggravarsi compromettendo la stabilità e la coesione politica e sociale tra i Paesi membri. A questo si reagisce lavorando, come stiamo già facendo noi del Partito Democratico, alla creazione di una unione politica europea e alla fondazione degli Stati Uniti d’Europa! Grazie a tutti!>>
Così, dopo aver mangiato qualcosa insieme, carichi di spunti di riflessione ed arricchiti da rinnovato entusiasmo siamo tornati a casa.