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Mi capita spesso di pensare al rapporto tra invidia ed emulazione. Mi pare che nascano entrambi da un riconoscimento: il riconoscimento di una qualità, di un risultato, di un benessere, di un merito altrui. La differenza sta nella ‘reazione’ a questo riconoscimento: nel caso dell’invidia questo riconoscimento causa malumore, risentimento, ed altri sentimenti negativi che inducono la persona che invidia a ‘distruggere’ la persona invidiata o a ‘distruggere’ o sminuire il suo merito o la sua creazione; nel caso dell’emulazione, invece, il riconoscimento di un merito altrui provoca sentimenti positivi nella persona che emula (come ammirazione, stima, apprezzamento) e induce quest’ultima ad enfatizzare il merito altrui cercando di eguagliarlo o addirittura di superarlo. Da tale differenza scaturisce una naturale conseguenza comportamentale: chi è più portato all’emulazione è generalmente più umile che presuntuoso, perché è consapevole di avere da imparare da chiunque e in ogni circostanza. La frase di riferimento di questa equazione è quella di Gandhi: ”Chiunque incontrerai sul Tuo cammino, sarà più bravo di Te in qualcosa. Da quella cosa impara”. Chi è invece più portato all’invidia è generalmente più presuntuoso che umile, perché pensa di aver sempre da insegnare qualcosa agli altri in ogni circostanza. Non è tutto. Mi pare infatti che il prevalere dell’invidia o dell’emulazione contribuisca non solo a determinare il carattere di ognuno di noi e il suo rapporto con gli altri, ma mi sto andando convincendo che ci siano luoghi, o contesti sociali, in cui negli individui tendi a prevalere l’una e contesti sociali in cui negli individui tendi a prevalere l’altra. E’ difficile dimostrare ciò perché in pochi si dichiarerebbero serenamente invidiosi ed è difficile definire da cosa possa dipendere il prevalere dell’invidia o dell’emulazione in una collettività (una causa potrebbe essere, certamente, l’abbondanza o la scarsità delle risorse a disposizione). Mi pare inconfutabile però che in alcuni luoghi o contesti sociali si crei una sorta di ‘’clima negativo’’, (o ostile) che tenda a percepire più come ‘’minaccia, fastidio’’ che come ‘’stimolo, incentivo, vantaggio’’ le cose buone fatte dagli altri. Sono i luoghi in cui sembra prevalere collettivamente l’invidia e dove – come si suol dire – Ti passa la fantasia di fare tutto. E ci sono luoghi invece dove sembra accadere il contrario, in cui ci si sente più spronati a fare qualcosa, a ‘costruire’. E’ un pensiero che potrebbe rivelarsi infondato ed è quindi certamente da rivedere ma se quanto detto dovesse rivelare qualche fondamento di verità, si spiegherebbero tante cose.

– fine prima parte dell’articolo –

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2 Comments

  1. Franco Scarpino

    Sono d’accordo con te. Saluti. F

  2. Francesco LG

    Grazie Franco. Ciao!

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