Trovo che sia ingiusto tenere chiuso un santuario per anni in attesa di finanziamenti per la messa in sicurezza del luogo dove giace, specie se il santuario in questione sia la casa spirituale di un concittadino eletto di recente tra i Santi della Chiesa Cattolica Universale, frate Umile da Bisignano, e dunque potenziale meta di pellegrinaggio e turismo religioso.
E ritengo che l’attuale Amministrazione comunale abbia sbagliato nell’assecondarne incondizionatamente la chiusura per motivi di sicurezza e stia continuando a sbagliare nel non interessarsi seriamente alla riapertura del santuario. Nonostante la diocesi, tramite l’arcivescovo Nunnari, abbia espresso – in apposito consiglio comunale straordinario – piena disponibilità a collaborare.
E’ per questo che ho sentito l’esigenza di creare un gruppo su facebook per sollecitare l’Amministrazione Comunale e tutti i livelli politici interessati a far riaprire quello che per molti bisignanesi e credenti del territorio è considerato fonte di nutrimento e rinnovamento spirituale, soprattutto da quando, appunto, la Congregazione cattolica delle cause dei Santi ha deciso di eleggere il nostro amato concittadino a Santo della cristianità mondiale, con proclamazione avvenuta in piazza S. Pietro a Roma il 19 maggio 2002 ad opera dell’ indimenticabile pontefice Giovanni Paolo II.
Facebook, come tutti gli altri social networks, si è rivelato un ottimo strumento di condivisione di idee, informazioni, e dunque luogo di confronto e partecipazione democratica.
Ma scopo del gruppo non è quello di puntare il dito contro i presunti colpevoli della situazione, nè indurre gli stessi a vergognarsi dei loro sbagli. Ci sono questioni, come questa, la cui soluzione necessita la capacità di andare al di là della normale dialettica fra parti politiche avverse. Tutta la comunità deve sentirsi coinvolta in questa missione, per attirare l’attenzione mediatica ed istituzionale sul problema ed esercitare la sufficiente pressione politica a risolverlo.
Scopo del gruppo quindi è quello di raccogliere suggerimenti in merito alle possibili soluzioni ed organizzare eventuali pubbliche iniziative di sensibilizzazione al problema al fine di evitare che lo stesso resti chiuso per tanti altri anni ancora!
Se anche Tu, come me, ritieni valida questa iniziativa, iscriviTi al gruppo a questo indirizzo:
http://www.facebook.com/groups/328607763899370/
e partecipa alle nostre attività. Insieme possiamo certamente farcela. Ciao!
A questo indirizzo puoi invece firmare e far firmare la petizione on line per la messa in sicurezza e la riapertura del Santuario!
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Di seguito invece riporto per chi volesse leggerlo un bell’articolo sul caso scritto da Carlo Rinaldo, nel 2010, e che ho avuto il piacere di leggere solo oggi – 11 agosto 2012 – riordinando gli articoli riguardanti il Santuario:
SALVARE IL SANTUARIO DI SANT’UMILE
di Carlo Rinaldo
tratto da Il Quotidiano della Calabria del 27 novembre 2010
pag. 16 – rubrica ”Lettere al Quotidiano”.
Ieri è stata celebrata come ogni anno il ricordo della morte di Umile da Bisignano, un grande protagonista della fede e della nostra terra di Calabria. Quest’anno, però, non è stato commemorato tra le mura del suo convento e Santuario poichè è chiuso dallo scorso febbraio per le note vicende legate allo smottamento della collina sulla quale la struttura si posa. Siamo ancora una volta costretti, quali meridionali, a dover subire oltre al danno la beffa. Il danno è chiaro ed evidente, cioè l’naccessibilità di un luogo di culto importantissimo per quello che significa in primis per la popolazione di Bisignano, poi per tuti i cosentini, i calabresi e i fedeli di tutto il mondo, ma anche per il valore di attrattiva turistico-culturale non ancora del tutto sfruttata. Tutti sappiamo quale ricorso dobbiamo fare su questa forma di attività per risollevarci e riscattarci! Ma dicevo che oltre al danno si aggiunge la beffa di non vedere concentrati gli sforzi di tutti gli attori istituzionali, dal più basso al più alto livello, e dell’informazione verso la risoluzione del problema che non può essere certamente quello di verificare solamente lo stato della struttura ”a monte”. Se viene ancora rimandata l’apertura il Santuario subirà ulteriori danni che poi possono diventare irrecuperabili tanto più il tempo trascorre senza portare a compimento i giusti interventi che si devono fare. Ed il convento, e l’annesso Santuario, penso siano chiusi a ragione poichè è evidente che non si può fare nessuna operazione di recupero dell’edificio se prima non si risolve il problema ”a valle” e cioè se non si mette in sicurezza la collina con gli adeguati lavori di drenaggio e puntellamento. L’appello che rivolgo è doppio: alle istituzioni di ”drenare” più denaro che è possibile, ognuno per quello che può, concedendo contributi mirati all’opera di puntellamento idrogeologico e del ripristino strutturale, rinunciando a polverizzare piccole somme per dei contentini per manifestazioni o associazioni di importanza minore in questo momento, agli organi di informazione di portare alla ribalta nazionale e oltre questa vicenda per ricevere la giusta eco che merita. Salviamo il Santuario di Sant’Umile dando così al Santo il lustro che merita non lasciandolo ”scivolare giù per la collina” come se fosse un santo di serie B: riscattiamo la figura di un degnissimo figlio di Calabria così come daremo un segnale di riscatto anche come cittadini che non devono continuare a sentirsi di categoria inferiore agli altri. Recuperando tale luogo, la cui importanza dobbiamo imparare ancora a cogliere del tutto, dimostreremo che vogliamo comiciare a salvarci mettendoci anche il nostro impegno, d’altronde è noto ”l’aiutati che Dio ti aiuta”. E il 26 novembre 2010 facciamolo diventare un punto di partenza per portare agli onori della cronaca il problema ma per farcelo rimanere fino alla definitiva risoluzione, senza farlo rimanere come uno dei tanti punti dolenti di cui ci si ricorda uno o due volte all’anno.