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L’ultima brillante trovata dell’Amministrazione Comunale (Delibera di G.C. n. 11 del 10/03/2016) è quella di fare causa alla Regione Calabria per ottenere il terzo e ultimo incentivo (anno 2015) di 900mila euro, relativo alla Piattaforma tecnologica per il recupero e il riciclaggio dei rifiuti. La Piattaforma, già prevista per il trattamento annuo di 180mila tonnellate di rifiuti provenienti dall’intera Provincia di Cosenza, come è noto, non sarà più realizzata, grazie alla forte e motivata opposizione della nostra popolazione, alle cui ragioni il PD locale ha dato sostegno immediato e anche voce, sia in consiglio comunale sia presso la commissione ambiente della Regione Calabria. L’Amministrazione Comunale, a cui la Regione Calabria, a norma dell’art. 8 della Convenzione sottoscritta con il nostro Comune il 18 novembre 2013, ha chiesto la restituzione degli incentivi 2013 e 2014, pari a 1milione e 800mila euro, ignorando il contenuto di quanto sottoscritto, vuole addirittura far causa per avere il resto dell’incentivazione e per detenere le somme già percepite.

Il citato art. 8 della Convenzione, però, prevede chiaramente che, «qualora il Polo Tecnologico non si realizzasse, anche indipendentemente da fatto del Comune ovvero dell’Amministrazione regionale, il Comune si impegna a restituire l’anticipazione percepita, debitamente rivalutata al tasso vigente (…) mediante stipulazione di apposito Piano di Rientro avente durata quinquennale».

Al di là del risultato della causa che il Comune vuole intentare, il cui esito negativo per il nostro Ente ci sembra scontato, quello che questa vicenda fa riemergere in tutta la sua drammaticità è altro: cioè, l’uso che l’Amministrazione comunale ha fatto del milione e 800mila euro percepiti e delle 900mila euro non percepite.

Tali cespiti, realmente incassati i primi due e non incassato il terzo, sono stati usati, sfruttando l’opportunità della loro erogazione «senza alcuno specifico vincolo di utilizzo» (Art. 5 della Convenzione), per mettere in pari le entrate (poche) con le uscite (molte) dei bilanci comunali 2013, 2014 e 2015.

I cittadini di Bisignano si chiederanno: come mai furono necessarie queste ingenti somme (2milioni 700mila euro) per far quadrare tre anni di bilanci comunali, se, nella campagna elettorale del 2012, il sindaco uscente Umile Bisignano affermò dal palco che in Comune «ci sono milioni di euro che aspettano di essere spesi»?

In realtà, in Comune c’era solo una voragine, un buco senza fondo di spese allegre e di debiti non onorati!

E infatti, proprio i soldi erogati dalla Regione consentirono di pareggiare i bilanci e non i milioni-fantasma sbandierati dal sindaco. Altrimenti, gli incentivi regionali sarebbero potuti essere impiegati per migliorare la dotazione di opere e di servizi comunali, magari nel settore della depurazione o della raccolta dei rifiuti o della viabilità, ecc. In definitiva, l’Amministrazione comunale, su cui incombe il dissesto finanziario e che dovrebbe concentrarsi sul modo in cui far fronte a questa grave emergenza, figlia della sua cattiva amministrazione, si preoccupa solo di pretendere quello che non gli è più dovuto.

Tutto ciò mentre, per la sua cecità politico-amministrativa, è riuscita a creare un altro caso di grave difficoltà finanziaria e gestionale sull’impianto di depurazione comunale, cancellando d’un colpo quel sistema funzionante e vantaggioso per il Comune e determinando la perdita secca di decine di posti di lavoro.

Anche qui, con una mancanza di visione e previdenza amministrativa che non ha alcuna attenuante, come ha evidenziato e denunciato persino lo stesso avvocato incaricato dal Comune nella vicenda che lo oppone alla Consuleco, il quale ha rinunciato all’incarico comunale, rilevando che gli amministratori di Bisignano non hanno alcuna prospettiva concreta sull’intera problematica, né sono in grado di assumere decisioni rispetto alle possibili soluzioni. Il PD, dunque, denuncia alla cittadinanza, per l’ennesima volta, il pressappochismo dell’Amministrazione comunale, l’assenza di programmazione nei settori più vitali per la crescita della città e lo stato di precarietà complessiva in cui versano i servizi essenziali. Il PD rende noto che il bilancio comunale è più che mai a rischio di dissesto, essendo venuti a mancare tutti i palliativi che fin qui ne hanno nascosto la reale inconsistenza, e che è persino impossibile contrarre nuovi mutui per opere e servizi fino al 2044, considerato che l’attuale Amministrazione ha già utilizzato questa risorsa per ripianare il debito pubblico da essa stessa contratto.

Le conseguenze di questa cattiva amministrazione ricadranno per anni, purtroppo, sull’intera cittadinanza e sulle speranze di sviluppo e crescita della città.

Partito Democratico 
Circolo di Bisignano, lì 14 marzo 2016

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