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PARTE PRIMA  

La condanna di Silvio Berlusconi suggella la fine di un’epoca storica del nostro Paese. Un’epoca dai caratteri socio-politici a tratti originali e a tratti analoghi a quella di altre epoche italiane. Per certi versi essa contribuisce a chiudere una fase anche in Europa, quella contrassegnata da un forte conservatorismo e da un esasperato sentimento nazionalista ed anti-europeo. Un nuovo modo di intendere l’organizzazione sociale e di tendere alla coesione sociale e allo sviluppo può dunque sentirsi legittimato a forgiare il destino dell’Italia e dell’Europa. Non ci sono più scuse, né tempo, per continuare a tergiversare ed evitare tutti quei provvedimenti utili al cambiamento. È tempo che lo Stato orienti la propria azione al soddisfacimento delle nuove esigenze economiche e sociali. È tempo che ogni settore della società si senta chiamato ad un nuovo senso di responsabilità. È tempo che ognuno di noi si senta indispensabile al miglioramento della propria Città e del proprio Paese! L’Italia ha bisogno di una grande trasformazione per salvare se stessa e l’Europa da un inarrestabile declino. l’Italia può e deve contribuire alla nuova rivoluzione industriale che cambierà in positivo le sorti del mondo e avvierà impensabili processi di progresso, democratizzazione e pacificazione globale.

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