Per caso mi sono imbattuto su facebook in una pagina promozionale dell’East Forum 2013, (consultabile all’indirizzo www.eastforum.it) dal titolo
” Cittadinanza europea, legittimità democratica e unione economica: Quale agenda per un’Europa più forte ”.
presentato in questo modo:
” È un’Europa sospesa tra crisi e speranza quella che si prepara ad affrontare i delicati passaggi istituzionali che culmineranno con le elezioni del Parlamento europeo nella primavera 2014.Dopo aver raggiunto importanti successi che i padri fondatori dell’Europa si erano dati in termini di pace e sviluppo, il progetto comunitario si trova ora in una fase critica. La crisi globale ha colpito duramente anche i paesi dell’unione mostrandone fragilità e contraddizioni che devono essere affrontate e superate. Il momento è opportuno per una riflessione approfondita sul punto in cui si trova oggi l’Europa e con quali sfide si dovrà confrontare nel breve e medio periodo. E’ necessario capire quale modello di Europa serva oggi agli europei. La UE si trova davanti ad una crisi da cui uscirà necessariamente un’Unione diversa da quella che conosciamo oggi. Si dovrà proseguire verso una sempre maggior integrazione o la collaborazione sarà limitata solo ad alcuni ambiti? Andiamo verso una grossa area di libero scambio o ad una confederazione di stati, gli Stati Uniti d’Europa?E’ prioritario che l’Europa recuperi il rapporto con i popoli che la compongono. Bisogna ridare la giusta spinta alla dimensione politica per sviluppare nei cittadini europei un sentimento di appartenenza comune, attraverso una sempre più ampia democratizzazione dei processi decisionali ed avvicinando le istituzioni alle persone. Le sfide poste oggi dall’economia sono centrali per costruire un’Europa più forte e capace di tornare ad essere un motore di sviluppo e di crescita. Molti passi sono stati fatti ma altri devono ancora essere compiuti per assicurare una sempre maggiore integrazione dei mercati e per affiancare all’unione politica l’unione fiscale. Ne parleremo all’East Forum 2013 con l’aiuto di esperti nazionali ed internazionali, approfondiremo argomenti chiave per il futuro della nostra regione in un confronto aperto a punti di vista e sensibilità diverse, cercando di stimolare un confronto e di dare qualche risposta. ”
Letta la presentazione dell’evento ed i relatori in programma, decido di partire per parteciparvi.
E’ ormai da tempo infatti che sono molto interessato alle dinamiche del processo di integrazione dell’Unione Europea e alle sorti dell’Europa più in generale.
L’evento si è svolto nella famosa Sala Promoteca, complesso del Campidoglio a Roma, dove nel 1957 furono firmati i Trattati di Roma, che diedero di fatto avvio al processo di costruzione istituzionale dell’Unione Europea.
Io siedo vicino l’Ambasciatore della Danimarca in Italia ed una Sua collaboratrice, con la quale faccio subito amicizia.
Dopo i saluti dell’ Amministrazione comunale di Roma e dei rappresentanti della Banca UniCredit e della rivista East, che hanno collaborato per organizzare l’evento, segue la relazione di Enzo Moavero Milanesi, Ministro per gli Affari Europei il quale, partendo dal percorso storico di integrazione, definisce l’Unione Europea come un ”matrimonio” tra i popoli europei. Matrimonio che, in quanto tale, va salvaguardato e difeso anche e soprattutto nei momenti più difficili.
L’evento prosegue con il susseguirsi di pubblici colloqui su tematiche più specifiche:
1) Più Europa o meno Europa? L’Europa di cui abbiamo bisogno
Il colloquio è moderato da Lapo Pistelli, Vice Ministro degli Affari Esteri
Sono intervenuti:
Guy Verhofstadt, Membro, Parlamento Europeo e Presidente del Gruppo Alleanza dei Democratici e dei Liberali (ALDE)
Václav Klaus, già Presidente della Repubblica Ceca
2) Cittadinanza europea e legittimazione democratica: come costruire un’Unione politica
Colloquio moderato da Giovanni Moro, Presidente Fondaca
Sylvie Goulard, Membro, Parlamento Europeo
Franco Debenedetti, Presidente dell’Istituto Bruno Leoni
Giuliano Amato, Presidente, Istituto dell’Enciclopedia Italiana e già Primo Ministro Italiano.
3) Il futuro dell’Europa: verso una più forte unione economica e monetaria. Colloquio moderato da Lucrezia Reichlin, Professore Ordinario e Direttore del Dipartimento di Economia, London Business School
Sono intervenuti:
Daniel Gros, Direttore del Centro per gli Studi Politici Europei (CEPS)
Romano Prodi, Presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, già Presidente della Commissione Europea e Primo Ministro Italiano
Federico Ghizzoni, Amministratore Delegato, UniCredit
Emma Marcegaglia, Presidente, BusinessEurope – Amministratore Delegato, Marcegaglia Group
Concludono brillantemente prima Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, poi Emma Bonino, Ministro degli Affari Esteri. In sala anche Mario Monti e diverse altre personalità del mondo politico ed economico italiano ed europeo.
A metà mattinata, al termine del secondo pubblico colloquio, si è lasciata la parola al pubblico per le domande. Io non mi ero iscritto ufficialmente tra i discussant dell’evento, ma ho chiesto la parola e, una volta avuto il microfono, mi sono alzato in piedi e ho detto:
<< L’esperienza italiana insegna che le unioni economiche tra realtà politiche diverse non riescono sempre a risolvere, anzi talvolta creano o addirittura accentuano, i divari economici e sociali tra le parti che si uniscono. Tra Nord e Sud Italia esistono di fatto, ancora oggi, due livelli di cittadinanza sostanzialmente diversi. Numerosi studi ed opinioni dimostrano che un dualismo sociale ed economico si sta consolidando sempre più anche a livello europeo, tra Paesi del Nord Europa e Paesi dell’area Mediterranea dell’Europa. Ecco, mi piacerebbe sapere da Voi se intravedete come me il rischio del crearsi di una ”questione meridionale europea” e se si, quali le soluzioni per poterla subito scongiurare. Grazie! >>.
Le risposte dei relatori, affidate a Giuliano Amato, anche per questioni di tempo, sono state generali. Nel mio caso, la risposta è stata elusiva.
Stavo quindi convincendomi con dispiacere di non essere riuscito a contribuire al dibattito in corso, se non fosse stato sia per i complimenti che ho ricevuto per la domanda una volta iniziata la pausa caffè, e sia per i successivi interventi prima di Emma Marcegaglia, che ha detto che
“… Sul breve termine, l’austerity peggiora la recessione. Dobbiamo sostenere nel breve termine i Paesi in difficoltà, a partire dalla domanda interna e dalla competitività delle nostre imprese. In particolare, l’esigenza di tenere i conti in ordine non deve far dimenticare l’importanza di una politica comunitaria per la crescita. Una tra tutte, quella energetica, completamente assente in Europa e invece essenziale per essere competitivi. Percepisco una forte sfiducia tra Paesi del Nord Europa e Sud Europa, una sfiducia che mette a repentaglio l’integrazione. Dev’esserci cooperazione e comprensione: il Sud ha il dovere di sistemare i propri conti, mentre il Nord deve concedere qualcosa e accettare delle politiche espansive, anche con costi significativi…”
e poi di Romano Prodi che ha detto:
” … La crisi non ha portato, com’era sperabile, ad un maggior avvicinamento tra i cittadini di Paesi europei, anzi, la paura ha accentuato il divario e lasciato spazio al ritorno dei populismi. Per questo è assolutamente indispensabile un’iniziativa politica forte, che già prima delle elezioni europee offra all’elettore un progetto serio e integrato. Dobbiamo far comprendere ai cittadini che l’Europa può lavorare in sinergia migliorando le loro condizioni di vita. Serve una piattaforma politica tra più Paesi capace di spingere ad un compromesso tra rigore e flessibilità gli altri. E’ un’operazione politica necessaria, da spiegare adeguatamente anche ai cittadini tedeschi, che per anni hanno subito la propaganda della “sola nazione virtuosa”: dobbiamo uscirne per riavvicinarci e integrarci… ”.
Sono quindi andato via più consapevole delle ardue sfide all’integrazione politica e sociale che riguardano il futuro dell’ Unione Europea.