L’altro ieri sera, a Napoli, durante una bellissima manifestazione, è stato presentato il libro ”Sinfonie del tramonto”, raccolta di poesie di Giovanni Baiano, Dirigente Generale della Polizia di Stato in pensione, scrittore e poeta. In questo libro ben due componimenti sono dedicati alla Città di Bisignano, in quanto l’autore è suocero di una bisignanese. Di seguito la prima delle due poesie:
At besidias
Ai piedi della greca Sila sorge
solenne e minaccioso un grande poggio
che domina l’ariosa vasta valle
dal pigro fiume Crati attraversata.
Una leggenda narra che quel borgo
avrebbe avuto origine da Bescio
del biblico Noè, già pronipote.
Storicamente fu accertato che
chiamato fu Besidiae dai romani
e che nel medio evo fu elevato
dai gran Sanseverino a principato.
Ricchi e potenti, che su vetta giunti
di Cacomacio presero possesso.
Di questo gran castello, ancor ci resta
sulla recente sua spianata testa
l’enorme masso a ricordar le gesta.
E fu d’allora che di Bescio il nome
venne mutato in quel di Bisignano.
Ancor più noto, quando poi divenne,
terra natia dell’Umile frate.
Contro tutti i nemici fu baluardo
fin da quei tempi che nella contrada
di Campovile la legion romana
sconfitta fu d’Annibale e besciani,
e soprattutto per aver respinto
da quelle ricche terre i saraceni,
vietando loro l’intrapresa marcia
verso i paesi dell’intera Italia.
D’audaci gesta è ricca la sua storia
grazie a quei nobili Sanseverino
che tanto lustro diedero a quel popolo
di bravi e coraggiosi contadini,
che pur contro i briganti si battè,
quando dalle montagne giù scendevano,
con numerosa schiera per razziare.
Né mai s’arresero nemmeno quando
ripetutamente sopra quel colle
la morte e distruzione s’abbatté
senza pietà con sismi e terremoti.
Sempre però quel popolo risorse
e con coraggio e fede rifiorì.
Né va dimenticata la battaglia
da comunisti Sindaci intrapresa,
dopo la grande sfortunata guerra,
per far restituire al contadino
la terra che per anni avea curata,
ponendo al feudalismo, così, fine.
Ancora si festeggiano gli eventi
di matrimoni e di fidanzamenti
con serenate sotto le finestre
ed i balconi delle donne amate,
con nacchere, chitarre e mandolini.
Forte è il richiamo anche per stranieri
di giugno il palio con lo sventolio
delle bandiere e dei tamburi i suoni
e con cortei d’ armi e di costumi
degli anni d’oro dei Sanseverino.